Da qualche anno è sempre più facile vedere nelle erboristerie, nelle farmacie, nei negozi per la casa, su vari siti di vendita di prodotti naturali, oli essenziali di varie tipologie e marche: si tratta di un nuovo trend, ma sappiamo realmente qual è il corretto utilizzo di questi oli? Vediamolo insieme in questo articolo.
Svago o cura?
Sebbene nell’utilizzo comune, probabilmente coadiuvato dal marketing, gli oli essenziali siano visti spesso come meri profumatori d’ambiente, in realtà la medicina complementare che usa gli oli essenziali è una branca della Fitoterapia, che è già in uso per il trattamento e la prevenzione di diverse patologie.
Negli ultimi dieci anni, la ricerca scientifica sulle potenzialità degli oli essenziali in medicina ha avuto un importante sviluppo, raccogliendo prove di efficacia scientifica dei trattamenti complementari a base di oli essenziali in diverse patologie, come ad esempio dermatologiche, uro-ginecologiche, gastro-intestinali, respiratorie, neurologiche e infettive.
Oli essenziali: che cosa sono
Prima di conoscere bene il loro utilizzo, andiamo a vedere che cosa intendiamo quando parliamo di oli essenziali. Si tratta di sostanze molto pregiate estratte da piante aromatiche, conosciute ed utilizzate già da millenni in Cina, India, Medio Oriente ed Africa.
Gli oli essenziali sono prodotti estratti dalle piante aromatiche, attraverso processi di distillazione o meccanici. L’estrazione degli oli essenziali tramite distillazione a vapore acqueo nasce durante l’epoca della Rivoluzione Industriale, ed è all’inizio del Ventesimo secolo che alcuni ricercatori dimostrarono il potere antisettico degli oli essenziali. Si narra che uno di essi, bruciatosi le mani durante un esperimento in laboratorio, ebbe l’istinto di immergere le mani in un recipiente contenente olio essenziale di lavandaCon il termine di Lavanda (Lavandula L.) ci si riferisce ad un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae che comprende circa 40 specie. Il nome generico "lavanda" con il quale siamo abituati a chiamare queste piante è stato recepito nella lingua italiana dal gerundio latino "lavare" (che deve essere lavato) pare che faccia all’antica usanza di inserire i.... Si accorse come le piaghe guarissero ad una rapidità sconcertante e per questo, incuriosito, ne iniziò a studiare le proprietà.
L’estrazione delle essenze aromatiche è un’arte davvero antica, queste infatti venivano utilizzate nelle cerimonie religiose, nella preparazione di profumi ed unguenti e come primi rimedi terapeutici, attraverso fumigazioni di resine e di legni aromatici per indurre una sensazione di rilassamento od euforia.
Criteri di qualità
La fito-aromaterapia è la più vecchia terapeutica del mondo. Esiste da sempre perché le piante non hanno mai smesso di essere utilizzate a fini medicamentosi.
La struttura di un olio essenziale è molto complessa e non possiede mai una sola proprietà terapeutica ma svariate: il suo utilizzo è volto soprattutto a ristabilire l’equilibrio di un organismo nella sua totalità.
Gli effetti iatrogeni dei farmaci di sintesi, la loro azione breve e brutale, sono forse la spiegazione del distacco da parte dei pazienti dalle terapie allopatiche classiche e della conseguente ricerca di terapie efficaci ma più naturali e più semplici.
Questa esigenza porta alla necessità di utilizzo di oli di qualità terapeutica elevata: la denominazione O.E.C.T. (Oli Essenziali Chemiotipizzati) è una forma di classificazione chimica, biologica, botanica che definisce la molecola di maggioranza presente in un olio essenziale. Quindi il chemiotipo è la denominazione originale destinata a caratterizzare l’olio essenziale da un punto di vista botanico e biochimico. Solo la conoscenza del chemiotipo può dare la garanzia di una qualità terapeutica e di una sicurezza nell’impiego dell’olio essenziale.
Oli essenziali: utilizzi principali
Gli oli essenziali possono essere utilizzati sia per inalazioni che per assunzione orale, ma anche per assorbimento epidermico grazie a massaggi e pediluvi. Gli utilizzi terapeutici sono davvero numerosi: hanno azione antibatterica, urogenitale, tonica, antipruritica, antalgica, antistaminica, decongestionante, antinfiammatoria, digestiva, carminativa, fungicida, antivirale, stimolante immunitaria, cicatrizzante ecc…
Molto spesso in aromaterapia sottile gli oli vengono impiegati per riequilibrare la sfera psichica ed emozionale (leggi questo articolo per altri consigli su come ritrovare la serenità con metodi naturali). Questo accade perché quando annusiamo un profumo, le molecole aromatiche raggiungono la nostra mucosa olfattiva, in cima alla cavità nasale che è ricoperta di “ciglia”. Queste cellule olfattive trasformano l’odore, lo stimolo chimico, in impulso elettrico. L’impulso raggiunge così il cervello, dove si lega a una precedente impressione olfattiva, richiamando emozioni più o meno belle.
L’inalazione è per questa ragione l’applicazione più diretta e immediata, in quanto le stimolazioni olfattive sono le sole a passare direttamente nella corteccia cerebrale, senza essere filtrate dal centro recettore del talamo, per un’analisi preliminare. È interessante capire quindi la ragione per cui un odore o un profumo possa evocare ricordi di esperienze vissute in maniera molto vivida. Il ricordo scatenato da un odore è, infatti, molto più intenso di quello evocato da un’immagine o da un suono.
In ultima analisi, l’impiego consapevole degli oli essenziali è spesso davvero eccezionale e può fare miracoli laddove altre terapie hanno fallito, ma allo stesso modo il loro utilizzo inconsapevole può esporre a conseguenze pesanti. È sempre quindi una buona idea quella di farsi consigliare dal proprio fitoterapeuta o dal medico nella terapia.