Il carciofo è una pianta della famiglia delle asteraceae da sempre conosciuta per i suoi effetti benefici sulla depurazione del fegato. Curioso di sentire la sua storia e conoscerne le proprietà? Continua a leggere!
La sua storia
Documenti storici sembrano indicare che la domesticazione del carciofo (Cynara scolymus L.) dal suo progenitore selvatico (Cynara cardunculus L.) possa essere avvenuta in Sicilia, a partire dal I secolo circa. Proprio in orti familiari della Sicilia centro-occidentale (nei dintorni di Mazzarino) ancora oggi si conserva un’antica cultivar che, sotto il profilo morfo-biologico e molecolare, sembrerebbe una forma di transizione tra il cardo selvatico ed alcune delle varietà di carciofo di più ampia diffusione.
La pianta chiamata Cynara era già conosciuta dai greci e dai romani, ma sicuramente si trattava di carciofo selvatico. A quanto sembra le si attribuivano poteri afrodisiaci, e prende il nome da una ragazza sedotta da Giove e quindi trasformata da questi in carciofo.
Il carciofo è apprezzato dagli antichi Romani e dai Greci e quello che mangiavano i nostri avi, non è uguale a quello che troviamo oggi nelle nostre tavole.
A quei tempi esisteva la specie selvatica, più dura, piccola e spinosa. I fiorellini azzurri del carciofo servivano per far cagliare il latte nella produzione di formaggio.
Le proprietà curative
I carciofi erano noti già nell’antichità per le proprietà curative e la medicina scientifica moderna ha messo in evidenza gli effetti positivi che esplicano a livello del fegato, dei reni, negli stati di intossicazione e di ritenzione idrica. La spiccata azione depurativa che esercitano a livello epatico, efficace nel contrastare l’eccesso di colesterolo e di trigliceridi nel sangue e la protezione che esercitano nei confronti della funzionalità epatica, è dovuta alla presenza di derivati dell’acido caffeico che sono in essi contenuti (acido clorogenico, acido neoclorogenico, acido criptoclorogenico, cinarina), ai flavonoidi (rutina), lattoni sesquiterpenici (cinaropicrina, deidrocinaropicrina, grosseimina, cinaratriolo) steroidi, enzimi, zuccheri, sali minerali (ferro, calcio, magnesio, potassio, fosforo, manganese, rame e molti altri oligoelementi) vitamine del gruppo B, tra cui l’acido folico, e vitamina A, acidi organici (malico, succinico e altri).
I carciofi sono particolarmente apprezzati per le caratteristiche toniche e disintossicanti, per la capacità di purificare il sangue, di fortificare il cuore, di dissolvere i calcoli, ma anche per combattere la tosse e contrastare l’acne.
Hanno un contenuto calorico ridotto (22 calorie ogni 100 grammi) e sono ricchi di fibre (utili alla regolarizzazione delle funzioni intestinali e in particolare l’inulina, prezioso pre-biotico necessario all’equilibrio della flora batterica).
Hanno inoltre proprietà regolatrici dell’appetito, vantano un effetto diuretico e sono consigliati per trattare anche problemi di diabete, ipertensione, sovrappeso e cellulite.
L’elevato contenuto in ferro è da attribuire alla presenza di coloretina e la cinarina, presente in concentrazione massima durante la formazione del capolino, che è poi la parte della pianta che viene usata in cucina. La cinarina ha attività colagoga, ossia è favorisce ed attiva il trasporto della bile dalla colecisti al duodeno, ed inibisce la sintesi del colesterolo in particolare LDLorlo e quindi migliora la digestione dei grassi e riesce a far diminuire il e della diuresi e in particolare la cinarina, svolge un ruolo importante poiché riesce ad abbassare il livello del colesterolo.
La funzione epatoprotettiva e antitossica dell’ortaggio si evidenzia nei confronti di diverse sostanze tossiche, in particolare sull’alcol, la cui presenza nel sangue viene ridotta per l’effetto diuretico. Gli studiosi hanno anche riscontrato proprietà rigeneratrici del parenchima epatico, oltre alla capacità di migliorare le funzioni secretive e motorie del tubo digerente, favorendo anche la peristalsi. La qualità “bardana” del carciofo, particolarmente apprezzata, ha un effetto depurativo soprattutto per quanto riguarda la pelle, specialmente quella molto grassa, ma anche in caso di acne e foruncoli in genere.
Il carciofo e la fitoterapia
La medicina naturale e la fitoterapia usano il carciofo nel trattamento dei disturbi funzionali della cistifellea e del fegato, delle dislipidemie, della dispepsia non infiammatoria e della sindrome dell’intestino irritabile. Lo utilizza inoltre, per il suo sapore amaro, in caso di nausea e vomito, intossicazione, stitichezza e flatulenza. La sua attività depurativa (derivata dall’azione su fegato e sistema biliare e sul processo digestivo) fa sì che venga usata per dermatiti legate ad intossicazioni, artriti e reumatismi.
L’attività dei principi amari sull’equilibrio insulina/glucagone ne indica la possibile utilità come supporto in caso di iperglicemia reattiva o diabete incipiente, e l’effetto dei principi amari sulla secrezione di fattore intrinseco ne indica un possibile utilizzo in caso di anemia sideropenica.
È incredibile la ricchezza delle qualità di questo alimento che costituiscono un aiuto prezioso per la salute ed il benessere.
Il carciofo inizia ad essere raccolto nel periodo fine autunnale ed invernale fino all’inizio della primavera motivo per il quale da ottobre – novembre fino a marzo è uno dei protagonisti della tavola.